Il bullismo rappresenta un fenomeno di estrema rilevanza sociale e clinica, oltre che giudiziaria. Le prevaricazioni verso i più deboli possono essere sia di tipo fisico che psicologico ed equivalgono a un abuso di potere, estrinsecandosi in minacce verbali, fisiche, attacchi all’autostima e alla dignità personale.
Si rende dunque necessaria la collaborazione tra famiglie, scuole e istituzioni, demandate alla terapia e prevenzione delle vittimizzazioni e dei reati, avvalendosi di programmi di educazione socio-affettiva e di strategie di intervento, in un’ottica che abbraccia psicologia e pedagogia.
L’intervento dello Psicologo Familiare
I genitori possono rivolgersi ad un professionista già in fase di prevenzione, per essere aiutati ad individuare fattori di rischio e fattori protettivi. In seguito lo Psicologo Familiare* propone percorsi educativi basati sulla conoscenza dei processi di sviluppo, sull’importanza dell’assunzione di responsabilità e sulla forza dell’esempio.
L’intervento è a 360 gradi: lo Psicologo lavora con i genitori per spiegare ciò che un adulto “non dovrebbe fare”, oltre a fornire strategie utili e positive nelle relazioni con i più giovani. Laddove il problema sia conclamato, può inoltre recarsi a scuola per una visione più ampia delle dinamiche, collaborando con gli insegnanti per la messa in pratica di interventi mirati.
Nuove minacce: cyberbullismo e bullismo omofobico
Avere la capacità tecnica di usare uno strumento informatico non significa saperlo usare responsabilmente. Diventa quindi sempre più necessario promuovere l’educazione ai media, con riferimento alla comprensione critica dei mezzi di comunicazione, e promuovere progetti di prevenzione del cyberbullismo.
Il cyberbullismo è una forma di disagio relazionale, di prevaricazione e di sopruso perpetrata tramite i nuovi mezzi di comunicazione; da questo punto di vista, risulta fondamentale intervenire sia sulla vittima che sul bullo stesso, con l’obiettivo di potenziare le abilità sociali*, promuovere la cooperazione e la mediazione del conflitto tra pari.
Da non sottovalutare infine il bullismo omofobico: fin dai loro primi anni, gli epiteti dispregiativi utilizzati nei confronti dei ragazzi all’interno delle scuole insegnano loro a rimanere invisibili. Il lavoro psicologico, anche in questo caso, agisce sia a livello individuale, attraverso la definizione di identità e punti di forza, sia a livello sociale, aiutando la scuola ad elaborare una definizione di sviluppo personale e una gamma equilibrata di attività e abilità multivalenti che dimostrino una coerente evoluzione interna e senso di continuità.