Con l’acronimo ADHD* (Attention Deficit/Hyperactivity Disorder) viene indicato il Disturbo da deficit dell’attenzione e iperattività,
un disturbo del neurosviluppo caratterizzato da problematiche nel mantenere l’attenzione, eccessiva attività e/o difficoltà nel controllare il proprio comportamento.
In particolare, i bambini con ADHD mostrano disturbi comportamentali, con evidenti difficoltà nelle relazioni sociali, dovuti all’incapacità nell’inibizione delle risposte e nella pianificazione, risultando dunque carenti nell’empatia e nell’autocontrollo.
Inquadrare l’ ADHD
Non è sempre facile comprendere se un bambino soffre di tale disturbo; bisogna innanzitutto tener presente che mostra due gruppi di sintomi distinti, quello relativo alla disattenzione e quello relativo all’iperattività.
Nel primo caso, ad esempio, potreste prestare attenzione al fatto che vostro figlio commetta errori di distrazione nei compiti scolastici, che abbia difficoltà nell’organizzarsi le varie attività, o che smarrisca spesso oggetti necessari a tali scopi.
Nel secondo caso dovreste notare se si muove con irrequietezza o si dimena, se in classe lascia il posto a sedere, o se parla troppo avendo anche difficoltà nell’attendere il proprio turno, interrompendo gli altri.
Inoltre, spesso l’ADHD si presenta associato a disturbi della condotta, la cui caratteristica fondamentale è una modalità di comportamento in cui norme e regole vengono continuamente violate.
L’intervento multilivello
L’eziologia di questo disturbo appare complessa, ed implica più componenti, in cui gli aspetti biologici e quelli ambientali interagiscono in maniera circolare.
Proprio a causa della natura multifattoriale del problema, si rende necessario agire su più livelli: individuale, familiare, scolastico, sociale. Nell’ottica della Psicologia Familiare ciò significa che mentre da un lato il bambino viene aiutato a sviluppare un comportamento di autoregolazione attraverso l’educazione prosociale*, dall’altro i suoi genitori seguono un programma di parent training. A ciò si aggiunge anche l’intervento a scuola e con gli insegnanti.
La prosocialità si basa su empatia e autocontrollo, e consente di modulare le proprie emozioni, aumentare la coesione sociale e favorire la crescita di valori morali evoluti.